Assunzioni extracomunitari: la procedura da seguire

Se sei un’azienda e vuoi cominciare ad effettuare assunzioni extracomunitari, sappi che occorrono diversi documenti e molta burocrazia

Assunzioni extracomunitari
Fonte: Pixabay

Le assunzioni extracomunitari è una pratica che richiede diverse norme burocratiche e molti documenti in più rispetto ad un comune cittadino italiano. Solitamente tali assunzioni vengono viste come la via più facile per assumere dipendenti. Eppure, una recente sentenza della Cassazione, ha anche inquadrato il problema dei documenti necessari per l’assunzione di extracomunitari. Individuando il ruolo nel permesso di soggiorno ai fini lavorativi. Andiamo a scoprire cosa occorre.

Assunzioni extracomunitari: i documenti di lavoro

Innanzitutto, servirà il primo documento necessario. E vale a dire il nulla osta al lavoro. A richiederlo è solitamente chi assume il lavoratore, cioè il datore di lavoro. quest’ultimo se vuole instaurare un rapporto di lavoro con un cittadino extracomunitario residente all’estero, deve presentare allo Sportello Unico per l’Immigrazione (ufficio Sui) il nulla osta al lavoro. Tale documento dev’essere consegnato proprio da chi assume, che si deve prendere la responsabilità di verificare presso i servizi per l’impiego l’indisponibilità di un lavoratore presente sul territorio che ricopra tale impiego.

E presentando dunque il nulla osta per quel lavoratore. (richiesta nominativa di nulla osta). A quel punto, dopo la verifica, lo sportello rilascia al datore di lavoro il nulla osta al lavoro, nel termine massimo di 60 giorni per presentare la richiesta. Quindi lo sportello riconvoca il datore, per consegna nulla osta e per la sottoscrizione del contratto di soggiorno per lavoro subordinato.

Contratto di soggiorno per le assunzioni extracomunitari

A questo punto, altro documento importante è il visto per lavoro subordinato. Tale documento si ottiene solo dopo il nulla osta al lavoro, ma la richiesta va presentata solo dal futuro dipendente presso la rappresentanza diplomatica o consolare italiana. Quindi, con tali documenti, nel caso in cui il dipendente non è residente in Italia, può tornare in Italia ma assieme al datore di lavoro deve recarsi presso lo sportello per sottoscrivere il più importante dei documenti, il contratto di soggiorno per lavoro subordinato.

Una nuova copia in cui però non verranno apportate modifiche o nuove condizioni. Sarà quest’ultimo documento un impegno a concludere nel termine di 6 mesi, il vero e proprio contratto di lavoro. Nel contratto devono essere inclusi anche l’alloggio per il lavoratori e le spese di viaggio pagate per il rientro del lavoratore nel Paese di provenienza.

Permesso di soggiorno per assunzioni extracomunitari

L’ultimo documento è anche il più importanti per ogni lavoratore non italiano, vale a dire il permesso di soggiorno. Il cittadino extracomunitario che vuole entrare in Italia e rimanere per motivi di lavoro, deve ottenere il permesso di soggiorno attraverso una procedura. Questa differisce in base alla tipologia di rapporto che si vuole instaurare. Ad esempio si può scegliere tra rapporto di lavoro a tempo indeterminato e determinato; lavoro stagionali o gli ingressi fuori quota. Per ottenere un rilascio di permesso di soggiorno lavorativo, serve un contributo che va da 40 euro, per permesso che va dai 3 mesi all’anno, 50 euro da 1 a 2 anni, o 100 euro per quelli di lungo periodo. Il permesso viene emesso dalla questura e rilasciato al dipendente assunto entro 60 giorni dalla presentazione della domanda. Ottenuto quindi quest’ultimo documento, il lavoratore è assunto ufficialmente.

Posposta: questo articolo è puramente informativo. Per informazioni più precise, ricordate di chiedere informazioni presso uffici del lavoro o l’ufficio Sui della vostra cittadina.

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