Licenziamento per scarso rendimento: quando è possibile

Il licenziamento per scarso rendimento è una delle cause di licenziamento che molto spesso possono essere riportante nei documenti del licenziamento

Licenziamento per scarso rendimento
Fonte: Pixabay

Il licenziamento per scarso rendimento è uno dei licenziamenti in realtà molto frequenti. Come da termine, il motivo per cui il datore di lavoro licenzia il dipendente è proprio a causa della scarsa produttività del lavoratore. Infatti, il licenziamento per rendimento, rientra anche nel concetto di licenziamento per giustificato motivo soggettivo. Tuttavia, ci sono molteplici cause, in cui uno scarso rendimento può essere imputabile non alla volontà del lavoratore, ma per problematiche di terzi o cause di forza maggiore. Andiamo a scoprire nel dettaglio.

Licenziamento per scarso rendimento: cosa consiste

Quando nella propria lettera di licenziamento viene specificato lo scarso rendimento, bisogna andarci cauti. Perché rendimento, in ambito lavorativo, s’intende quella misura in cui una persona assolve alle proprie funzioni e compiti personali. La valutazione viene effettuata n base ai risultati raggiunti nell’ambito dell’attività svolta dal lavoratore durante un determinato periodo di tempo. Dunque, scarso rendimento può essere riferita ad una cattiva condotta con cui i compiti professionali non siano stati gestiti con diligenza. Quindi è un dipendente che non ha mantenuto un rendimento sperato, non raggiungendo i risultati prestabiliti dalla società o azienda.

Licenziamento per scarso rendimento: le motivazioni

Anche la Cassazione, per alcune udienze, ha precisato che non tutti i licenziamenti per tale causa possono essere giustificati. Infatti devono anche esserci i presupposti per tali licenziamenti, in alcune condizioni. Si parla di motivi soggettivi quando il dipendente viene licenziato per mancanza di impegno per assolvere i risultati dell’azienda. Tuttavia, proprio la corte di Cassazione ha dichiarato in più casistiche che è possibile licenziare soggettivamente un operaio solo quando sono individuabili dei parametri con cui accertare che la prestazione del lavoratore viene effettuata secondo una diligenza media.

Solo quando è possibile accertare un discostamento allora il licenziamento è legittimo. Ma bisogna accertarsi che ci siano risultati minori rispetto alla media; il risultato del dipendente in confronto al resto del personale dev’essere particolarmente rilevante, mentre lo scarso rendimento dev’essere imputabile al lavoratore e non ai fattori organizzativi. In più, tale licenziamento, dev’essere effettuato in base ad un arco non breve di tempo.

Come si effettua il licenziamento per scarso rendimento

Prima di poter licenziare un dipendente per un cattivo rendimento, ovviamente bisogna prendere in esame tutti i dettagli sopra riportati e quindi avvisare il proprio dipendente delle difficoltose condizioni. Quindi segnalare una lettera di contestazione, chiedendogli maggior impegno. Nel caso in cui il rendimento rimanga sempre di basso livello, bisogna quindi disporre il licenziamento. Ma solo se l’impegno nel corso di poco tempo, non tende a migliorare.

Licenziamento per scarso rendimento: motivo oggettivo

In alcune casistiche può capitare che il lavoratore possa avere riportato delle conseguenze fisiche e che quindi lo scarso rendimento porti ad assenze reiterate. Si fa riferimento, ad esempio, ad una malattia che costringe il lavoratore ad assentarsi per motivi di salute. La malattia in questo caso è indipendente dal dipendente, ma rientra tra i motivi oggettivi. Come spiegato anche dalla Corte di Cassazione nella sentenza 1341 del 4 settembre 2014, le assenze possono incidere negativamente nella produzione aziendale e sulle esigenze organizzative. Ergo l’azienda perde interesse nei confronti dell’attività lavorativa e del proprio dipendente che può disporre un licenziamento per motivi oggettivi.

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